mercoledì 2 febbraio 2011

Il disco del mese di febbraio

Questo 2011 è iniziato all'insegna di grandi aspettative nei confronti del nuovo disco dei Decemberists .La band di Portland e ritornata alle radici. The King Is Dead è la voglia di raccontare storie lontane che hanno il gusto della leggenda narrata intorno al fuoco dal membro più anziano della tribù.
Ecco quindi il ritorno alle origini, che vanta debiti importanti verso la tradizione folk americana - da Bob Dylan a Neil Young - e la dolce June Hymn ne è un esempio: semplicissimo arpeggio chitarristico e un'armonica a bocca a rimarcarne la nostalgia. Ma non mancano i momenti più sostenuti, come in Down By The Water dall'intro tiratissimo e assolutamente springsteeniano. Non c'è solo la tradizione statunitense, Rox In The Box contiene un omaggio alla migliore tradizione musicale d'oltremanica, la ballata The Raggle Taggle Gypsy (già omaggiata dai Waterboys nel loro bellissimo Room To Roam); le due culture musicali si fondono in All Arise, caratterizzato da una linea melodica di violino che rimanda ai gruppi folk di fine anni Sessanta (Albion Band per nominarne uno). Tra i tanti echi del passato spunta anche un omaggio a uno degli artisti più amati da Meloy, This Is Why We Fight non nasconde la sua simpatia verso Morrissey (che nel 1986 con gli Smiths licenziò The Queen Is Dead, titolo con una certa assonanza con The King Is Dead). A completare il quadro del “ritorno alle origini” contribuisce anche Gillian Welch che presta la sua voce nella trascinante Down By The Water, mentre invece il giro chitarristico stile jingle di Calamity Song è opera di Peter Buck, chitarrista dei R.E.M. che ritroviamo anche in Down By The Water e Don't Carry It All.

The King Is Dead non è certamente un disco che annoia. Ascoltare per credere!


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